Conte: “Buongiorno e Politano in gruppo, Rrahmani e Lobotka no. McTominay? Non è più un underdog!”

Scritto da il 17 ottobre 2025

Vigilia di Torino-Napoli, domani alle 18:00 le due squadre scenderanno in campo allo Stadio Olimpico Grande Torino. Per gli azzurri ecco il tecnico Antonio Conte che parla del match in conferenza stampa dal Centro Sportivo di Castel Volturno:

Come ha ritrovato il gruppo e come stanno gli infortunati? Che risposte spera di ottenere?

“Abbiamo ritrovato i nazionali, la maggior parte ha giocato entrambe le partite. Quando tornano bisogna essere bravi a calibrare gli allenamenti e il reinserimento in gruppo, preparando anche la partita contro il Torino. Buongiorno è tornato in gruppo, sono già 3-4 allenamenti che fa con noi ed è recuperato. Lo stesso Politano. Rrahmani sta procedendo la sua fase di recupero, sta andando abbastanza bene. Lobotka ha iniziato anche lui la fase di recupero. L’obiettivo in questi 22 giorni è vedere che risposte daremo in 7 partite. Ci sarà un dispendio di energie importanti, si faranno rotazioni e occorrerà l’aiuto di tutti. Siamo curiosi di vedere che tipo di risposta daremo dopo questo tour de force”.

Il modulo scoperto è adattato alla coesistenza dei centrocampisti?

“Il modulo resta 4-3-3, forse atipico perché con un centrocampista in più. Capisco la difficoltà perché oggi il calcio dà diverse informazioni a chi lo vede, in fase difensiva e offensiva. Cambia nella fase di costruzione e in quella di non possesso. Al di là di questo abbiamo due certezze, sia con i quattro centrocampisti che con i due esterni d’attacco. Cercheremo di proporle sempre, anche perché non abbiamo altre soluzioni. Ci sono anche delle situazioni in cui fa sorridere. Con lo Sporting Lisbona siamo partiti con i 4 centrocampisti facendo 1-1, poi abbiamo messo i due esterni e abbiamo vinto, con il Genoa siamo partiti 4-3-3 e l’abbiamo ribaltata con i quattro centrocampisti. Abbiamo due identità ben definite, chiare e andremo avanti con queste soluzioni. La rosa è stata strutturata in base a queste situazioni qua”.

Quali insidie può nascondere la sfida con il Torino e che bilanci trae dagli incroci con Baroni?

“Qualsiasi squadra che oggi affronta il Napoli ha delle motivazioni al mille per mille. Perché comunque hai uno scudetto sulla maglia e chi gioca contro il Napoli ha la voglia di fare qualcosa di straordinario. Domani sarà una partita difficile, conosco l’ambiente e quando non allenavo andavo a vedere le partite del Torino. Un passato glorioso, una buonissima squadra, un ottimo allenatore come Marco Baroni. L’anno scorso la Lazio è stata la nostra bestia nera, in una settimana abbiamo perso sia in campionato che in Coppa Italia e ha pareggiato all’ultimo al ritorno”.

Nota un aumento degli infortuni in generale?

“Sarebbe carino fare una statistica a livello europeo per vedere che tipo di proporzione c’è con gli infortuni. Il problema è che più giochi e più rischi di avere infortuni. Giocando tanto hai meno possibilità di allenarti e il non allenamento induce ad avere infortuni muscolari perché sono esseri umani ed essere sottoposti a stress fisico ed emotivo diventa difficile. Basta guardare all’estero e capire che tipo di situazione c’è per tutti quanti. Vedo che spesso e volentieri ci si lamenta perché si gioca tanto, però è un cane che si morde la coda. Per questo motivo serve fare rose belle profonde e ampie, perché se giochi tanto è inevitabile che durante la stagione fai fronte a problematiche, anche leggere. Se c’è un affaticamento e dopo tre giorni devi giocare non rischi il giocatore, altrimenti puoi peggiorare le cose e perderlo per un mese”.

Durante la sosta chi è rimasto a Castel Volturno ha mostrato qualcosa in più? Ad esempio Lang e Neres.

“Neres è un giocatore che ormai conosco, non deve dimostrarmi niente. L’anno scorso ha contribuito in maniera importante alla vittoria dello scudetto. Lang sta lavorando, si sta ambientando e sta cercando di capire cosa vogliamo da lui, a livello di giocata singola e partecipazione collettiva. È un ragazzo che lavora, si applica e avrà le sue chances per integrarsi. Bisogna continuare a lavorare con serietà e voglia, così come stanno facendo. Avere anche pazienza, così come la sto avendo io”.

Gilmour al posto di Lobotka. Come lo ha visto? Ci sono altre opzioni nel lungo periodo?

“L’anno scorso era capitato un problema all’inizio a Lobotka e Gilmour l’aveva sostituito in maniera egregia. Quando è stato chiamato in causa ha sempre risposto presente. A livello di caratteristiche è il giocatore che sposa alla perfezione ciò che fa Lobotka. Per questo era stato preso. Trovarne un altro in questa rosa diventa difficile, non hanno quelle caratteristiche e non sono dei veri play. Dovremmo nell’eventualità, e mi auguro di no, adattare qualcuno in quella posizione”.

Cosa la preoccupa di più in quest’anno portandola a dire che sia l’anno più complicato?

“L’ho detto tante volte, chi vuol capire capisca. Ritornare a dire le stesse cose mi sembra superfluo e inutile. Non mi fate rispondere sempre allo stesso modo, non voglio diventare petulante”.

Quando sarà più brillante McTominay? 

“Il discorso di Scott è semplice, ha cambiato status. È arrivato da calciatore poco utilizzato, da ‘underdog’ e oggi è il miglior giocatore dello scorso campionato. Cambiando status oggi le attenzioni nei tuoi confronti da chi prepara la partita sono completamente diverse. Oggi McTominay viene visto in maniera totalmente diversa dagli allenatori rispetto all’anno scorso. Non è questione di adattarsi, l’anno scorso si è adattato a tutto: alle due punte, a giocare 4-3-3. Oggi viene visto in maniera diversa e quindi anche con accorgimenti diversi”.


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