Maschi o femmine? In Campania come altrove, è (leggermente) più probabile avere un figlio maschio
Scritto da Bruno Gaipa il 27 agosto 2025
Maschi o femmine? In Campania come altrove, è (leggermente) più probabile avere un figlio maschio
Pensavate che la probabilità di avere un figlio maschio o femmina fosse pari? Tipo testa o croce? Beh, la scienza ci dice che non è proprio così. In media, ogni 100 bambine che nascono, ci sono circa 105 bambini maschi. Un piccolo squilibrio, ma costante, anche qui in Campania.
I numeri parlano chiaro
In Italia, e anche nella nostra regione, il rapporto tra nati maschi e femmine si mantiene stabile da decenni: circa il 51,5% dei neonati è maschio, contro il 48,5% femmina. Non è un caso isolato: lo stesso vale per paesi come Francia, Spagna, Brasile e Stati Uniti.
Ma perché? Le cause non sono del tutto chiare. Gli scienziati parlano di una combinazione di fattori biologici, evolutivi e ambientali. Di certo, però, non c’entrano le vecchie credenze popolari: il calendario lunare, la forma della pancia o il desiderio espresso davanti a un cornetto caldo non influenzano il sesso del nascituro.
Cosa succede durante la gravidanza
Studi recenti mostrano che maschi e femmine vengono concepiti in quantità simile, ma durante la gestazione le probabilità di sopravvivenza cambiano. Nelle prime settimane si perdono più maschi, ma nei mesi successivi le femmine risultano più vulnerabili. Alla fine, il risultato è un leggero vantaggio maschile alla nascita.
Secondo la teoria di Trivers-Willard, osservata in alcune specie animali, le madri in buona salute tendono ad avere più figli maschi. Questo perché il successo riproduttivo dei maschi è più legato alla loro forza fisica, mentre quello delle femmine è più costante. Nell’uomo questa teoria non è confermata del tutto, ma si è notato che lo stress durante la gravidanza può aumentare la probabilità di perdere un feto maschio.
Quando la cultura cambia i numeri
In Cina, il rapporto tra maschi e femmine ha subito forti variazioni a causa della politica del figlio unico e delle preferenze culturali per i maschi. Questo ha portato a pratiche come la selezione prenatale e gli aborti mirati. Anche in India, Armenia e Azerbaijan si sono registrati squilibri simili.
Al contrario, in Giappone, dopo il terremoto di Kobe del 1995, si è osservata una parità tra i sessi alla nascita, probabilmente dovuta allo stress collettivo che ha influenzato le gravidanze.
E in Campania?
Anche nella nostra regione, i dati seguono il trend nazionale. Nei reparti maternità di Napoli, Avellino, Salerno e Caserta, il rapporto tra maschi e femmine alla nascita si mantiene attorno ai 105 a 100. Un dato curioso, che ci ricorda quanto la biologia sia più complessa di quanto sembri.