Dalle ceneri del Monte Somma all’arte dello scalpellino: La storia millenaria della Pietra di Cisterna raccontata dal Maestro Luigi Minichino
Scritto da Bruno Gaipa il 25 ottobre 2025
Dalle ceneri del Monte Somma all’arte dello scalpellino: La storia millenaria della Pietra di Cisterna raccontata dal Maestro Luigi Minichino
Castello di Cisterna (NA) – Non è solo letteratura, ma anche archeologia, geologia e artigianato. Il Premio Letterario Castrum Cisternae ha ospitato ai microfoni di Radio Punto Nuovo un testimone d’eccezione della storia locale: il Maestro Luigi Minichino, erede di una tradizione secolare legata alla famosa Pietra di Cisterna.
Il Maestro Minichino, un “innamorato” di questa manifestazione e del suo territorio, ha dipinto un quadro affascinante della pietra, un basalto di origine vulcanica la cui storia risale a circa 17.000 anni fa.
Un Dono del Monte Somma: La Geologia del Dislivello
La storia di questa roccia effusiva inizia con una violenta eruzione del Monte Somma che portò il magma fino all’attuale Castello di Cisterna, creando un vero e proprio colle. Minichino ha descritto con precisione il fenomeno: “Si parla addirittura di 10-12 metri di dislivello tra la strada 7 bis e la strada nazionale delle Puglie, dove, diciamo, nei pressi del municipio e della chiesa parrocchiale, lì è tutta roccia.”
Questa roccia, di un caratteristico colore cenere molto tenue e con proprietà diverse dal basalto vesuviano, divenne la fortuna del paese. Fin dagli antichi romani, fu infatti scoperta la sua lavorabilità, utilizzata per creare le macine per i mulini. Un dato storico impressionante è che “noi a Pompei abbiamo trovato le macine da mulino provenienti dalla pietra di Castello di Cisterna.”
La Pietra che ha fatto la Storia del Paese
Per secoli, la popolazione locale visse di questo mestiere. Gran parte degli abitanti di Castello di Cisterna erano “contadini, artigiani, ed erano maestri scalpellini della pietra,” richiesti per la loro abilità in tutto l’agro nolano e in Campania.
Questa pietra adorna ancora oggi gli edifici antichi, trasformandosi in elementi architettonici come portali, gradinate e motivi decorativi. Il Maestro Minichino ha confermato che l’arte era già allora riconosciuta, con gli artisti che erano soliti “firmare, datare e firmavano su questi elementi architettonici.”
L’Ultimo Guardiano di un Mestiere Antico
Con l’avvento del modernismo e la ricerca di un “posto sicuro,” il lavoro di scalpellino è stato abbandonato, portando alla chiusura delle cave. Luigi Minichino si è ritrovato a essere l’erede quasi solitario di questa antica arte.
Il suo percorso è nato da una “autosfida” e dalla caparbietà di apprendere le tecniche di lavorazione dagli ultimi maestri. Oggi, non solo lavora la pietra, ma la protegge.
La sua è una missione culturale: divulgare la storia di questo meraviglioso paese attraverso il suo materiale più autentico. La pietra, per Minichino, è una testimonianza più duratura della storia: “la pietra ci parla ancora, molto più di quello che c’è sui libri, perché i libri si potevano anche stampare e ristampare, si bruciano, si perdono, ma le incisioni rimangono.”
Un messaggio di valore e continuità che trova nel Premio Letterario Castrum Cisternae la piattaforma ideale per unire passato, artigianato e futuro.