Afragola, folla e commozione ai funerali di Martina

Scritto da il 4 giugno 2025

E’ stato accolto da un lungo applauso all’arrivo in chiesa, ad Afragola, il feretro di Martina Carbonaro, la ragazza di 14 anni uccisa a colpi di pietra in un casolare abbandonato. “Martina sei la figlia di tutti noi”, hanno urlato alcune donne, mentre altre persone hanno inveito contro l’ex della ragazza, presunto assassino, che da mercoledì è rinchiuso in carcere. Alla cerimonia presenti, tra gli altri, il sottosegretario Pina Castiello ed il prefetto di Napoli, Michele di Bari. Ad accogliere la bara bianca è stato il sindaco di Afragola, Antonio Pannone. E mentre il feretro varcava la porta della chiesa in tanti hanno urlato “Giustizia, giustizia “. “È il momento del dolore. E noi siamo qui a pregare la con Martina. Uniamoci a questa comunità che sta vivendo un momento di grande dolore”. Lo ha detto nel corso dell’omelia l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Domenico Battaglia: “Oggi, accanto al dolore, io sento il dovere di dire: basta. Basta parole deboli. Basta giustificazioni. Martina è morta per mano della violenza. È morta per mano di un ragazzo che non ha saputo reggere un rifiuto, un limite, una libertà, togliendo il futuro non solo a Martina ma anche a se stesso! Martina è morta per un’idea malata dell’amore. Un’idea ancora troppo diffusa, troppo tollerata, troppo silenziosa”, ha detto ancora il presule. E permettetemi di dire una parola, soprattutto ai ragazzi, di dire la mia preoccupazione soprattutto per quelli che non sanno più gestire la rabbia, che confondono il controllo con l’affetto, che pensano ancora che amare significhi possedere. Che vedono la donna come qualcosa da ottenere, da tenere, da non perdere mai. Che se vengono lasciati si sentono umiliati, feriti, e trasformano il dolore in odio. Un odio che uccide”, ha aggiunto il cardinale. “Oggi, davanti a Martina, dobbiamo assumerci tutti una responsabilità collettiva. Oggi dobbiamo impegnarci affinché a tutti, piccoli e grandi, sia chiaro che l’amore non è possesso. L’amore non è controllo. L’amore non è dipendenza. L’amore vero rende liberi. L’amore vero non trattiene, non costringe, non punisce. Se amare ti fa male, non è amore. Se per amore devi annullarti, non è amore. Se per amore arrivi a fare del male, non è amore ma solo violenza. E la violenza non è mai giustificabile. È femminicidio. Chiamiamolo con il suo nome. Non è follia. Non è gelosia. Non è un raptus. È il frutto amaro di un’educazione che ha fallito. Di un linguaggio che normalizza la violenza. Di un silenzio colpevole!” ha concluso il cardinale Battaglia.


Avellino Benevento

Radio Punto Nuovo

Current track
TITLE
ARTIST

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi