Il piangitore professionista: quando il dolore diventa mestiere
Scritto da Bruno Gaipa il 6 novembre 2025
Il piangitore professionista: quando il dolore diventa mestiere
Ruoti, 6 novembre 2025 – A Radio Punto Nuovo oggi parliamo di uno dei mestieri più insoliti e affascinanti: il piangitore professionista, noto anche come morner. Un lavoro che sembra uscito da una commedia, ma che affonda le radici in tradizioni antichissime e in culture dove il lutto è anche spettacolo, rito e rispetto.
Cosa fa un piangitore professionista?
- Partecipa a funerali di persone che non conosce, simulando dolore e commozione per onorare il defunto.
- Deve piangere in modo credibile, a volte anche gridare, lamentarsi o recitare versi.
- In alcune culture, la quantità e l’intensità del dolore espresso pubblicamente è segno di rispetto per la famiglia e misura l’onore del defunto.
Dove si pratica?
- Il mestiere è diffuso in Cina, Ghana, Medio Oriente, India e Sicilia, dove esistono vere e proprie agenzie che offrono “servizi di lutto”.
- In Cina, alcuni morner professionisti guadagnano fino a 25.000 euro l’anno.
- In Ghana, le cerimonie funebri sono spettacoli danzanti e teatrali, e i piangitori sono parte integrante del rito.
Un mestiere antico
- Nell’antica Roma e in Egitto esistevano già le prefiche, donne pagate per piangere ai funerali.
- In Sicilia, fino a pochi decenni fa, le lamentatrici accompagnavano il corteo funebre con canti e urla rituali.
Serve talento (e lacrime)
- Non basta essere tristi: serve capacità teatrale, empatia e resistenza emotiva.
- Alcuni morner si allenano con tecniche di respirazione e visualizzazione, per evocare lacrime vere in pochi minuti.
- In certi casi, il pianto è coreografato, con gesti e frasi precise da recitare.