Don Roberto Faccenda a Radio Punto Nuovo: “Ascoltare è più difficile che parlare”

Scritto da il 31 dicembre 2024

Don Roberto Faccenda a Radio Punto Nuovo: “Ascoltare è più difficile che parlare”

Nell’ultima giornata dell’anno, Radio Punto Nuovo ha trasmesso un’intervista toccante e ricca di spunti con Don Roberto Faccenda, un sacerdote conosciuto per il suo approccio innovativo all’evangelizzazione e molto amato dai giovani. In un dialogo aperto e sincero, Don Roberto ha condiviso riflessioni profonde sul ruolo dell’ascolto, l’importanza delle relazioni umane e le sfide di avvicinare le nuove generazioni alla Chiesa.

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L’importanza dell’ascolto – Raccontare la propria storia ha un effetto positivo,” afferma Don Roberto,ma nella vita di un prete la dinamica dell’ascolto è ciò che ci completa di più.” Secondo il sacerdote, saper ascoltare davvero richiede silenzio, non solo esteriore ma anche interiore, per accogliere pienamente ciò che l’altro sta donando. “Le persone parlano come la musica: ciò che conta sono le pause, i silenzi tra le note.” La radio, per Don Roberto, è un mezzo privilegiato per insegnare l’arte dell’ascolto. “È un mezzo che si ascolta, ma che ti insegna anche ad ascoltare,” ha sottolineato, evidenziando il valore formativo della comunicazione radiofonica.

Approccio innovativo – Riguardo al suo approccio alla predicazione, spesso definito innovativo, Don Roberto si schermisce: “Non credo di rappresentare una svolta. Il Vangelo è immutabile da 2000 anni. Quello che conta è raccontarlo attraverso la propria personalità, perché Dio ci chiama come siamo, con i nostri caratteri e i nostri talenti.

Don Roberto crede fortemente nel valore delle relazioni vis-à-vis, ma riconosce che i moderni mezzi di comunicazione possono essere strumenti utili per avvicinare le persone alla fede. “Se questi mezzi aiutano almeno a interrogarsi, allora ben vengano,” ha dichiarato.

Il Giubileo del 2025 e i giovani – Un evento che Don Roberto vede come un’opportunità per i giovani. “Il Papa chiede ai ragazzi di passare da turisti a pellegrini, di vivere la loro vita con una meta nel cuore. Mi auguro che attraverso il Giubileo possano fare questo passaggio e vivere pienamente la loro fede.” La diocesi di Salerno, dove opera Don Roberto, sta già preparando eventi per coinvolgere i giovani, con momenti di incontro e pellegrinaggi, inclusa l’esperienza del passaggio attraverso la Porta Santa.

Prendersi cura dell’altro – Uno dei messaggi più potenti dell’intervista è stato l’invito a mettere il prendersi cura degli altri al centro della propria vita. “Siamo qui perché qualcuno si è preso cura di noi,” ha detto Don Roberto. “Realizzare il bene di qualcun altro ci rende protagonisti di una vita piena e significativa.”

Musica e fede: vivere “a orecchio” – La musica, come sempre per Don Roberto, è un modo per parlare di fede. La sua canzone preferita, “Vivere a orecchio,” diventa una metafora della vita spirituale. “Vivere a orecchio significa percepire gli stati d’animo e le necessità delle persone. È l’arte di ascoltare e rispondere con autenticità,” ha spiegato.

Con un umorismo disarmante e una profonda umiltà, Don Roberto ha concluso l’intervista sottolineando l’importanza di prepararsi per ogni occasione, ma anche di lasciarsi guidare dall’intuizione: “Come un musicista deve conoscere lo spartito per suonare a orecchio, anche noi dobbiamo prepararci per essere pronti a vivere nel momento.

GUARDA LE FOTO A CURA DI MAURIZIO DI DOMENICO

 

 


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